Letterina alla maestra unica, di un bambino di 3^ elemetare di Codognè

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Keko01
00venerdì 16 gennaio 2009 14:21
(Ale non dirme ke te lo conosi..)


Cara maestra-unica,
ste vacanse mi hano desfato: fisicamente e pissicologicamente.
Il papà ha deto che in casa la crisi è come Belen Rodrighess: palpabile. Quindi gnente regali costosi.
La matina di Natale mi sono alsato tuto ecitato come Emilio Fede il 14 Aprile 2008, rivo basso di corsa e apro il regalo: no catto mica un libro? Un libro! Provi imaginarsi.... a un putello di 8 ani, bombardato da Nintendo Ui, Gormiti, Lego, mestieri e gagget di Dragobol, Plei Stession ecc..
regalare un libro par Natale è come ofrire a Bossi il federalismo solo pal Molise : na sconfita!

E spetti, parchè il bello no è gnancora rivato.
Sa che libro che era? "Fiat Ritmo: manuale d'uso".
La tentassione di pensare che Babo Natale no esiste e che il papà ha inscartossato uno dei due libri che abiamo in casa è forte.
Ognimodo, sicome la tavola della cucina scorla che è una meraviglia e ogni giorno spando la minestra sulla tovaglia a causa dell'effetto tsunami che il brodo fa' con gli scorloni della tavola (e agiungo che mi becco uno scopellotto di soravia che arriva puntuale come el canone rai), ho usato i due centimetri del libro come spessore per la gamba.
È proprio vero che un libro serve sempre!
Ma fin qua le ho racontato del dano morale.

Manca ancora quelo fisico.
Ieri, pena rivato in classe, il mio compagno Rafaele Gobi, che è un bullo che ha anca i video su iutùb, mi ha deto: "Dami subito tutti i giocatoli che ti ha portato Babo Nadale!".
Quando che li ho presentato il manuale d'uso dela Ritmo mi ha deto che lui no lo prendo per il cesto e mi ha tirato un pugnasso verticale sulla testina, come Bad Spenser!
Insomma oltre il danno la beffa. E oltre la beffa, la beffana!
Si, parchè anca lei no mi ha portato gnente! Mi ha lasciato una letera sul cormello del leto co scrito: "Sei stato un putello cativo, quindi meritavi il carbone.
Ma esendo una risorsa esauribile nel'arco di 200 anni e considerando che i cancari dei russi stanno già talliando le forniture, è mellio sparagnare.
Sto anno dunque non ti porto niente: continua a ciuciàre le mentine dell'anno scorso.
Cordiali saluti, la befana".

Insoma mi sa che a Natale no mi illudo più.
L'anno scorso mi hanno regalato paletta e secchiello al 25 dicembre. Co tanto di letterina:
"Volevi un palmare, ma pal-mare va ben anca questi!"
Saluti maestra-unica!


Piereto da Codognè



)Elettra(
00venerdì 16 gennaio 2009 16:05
Ah Keko, per un attimo ho pensato ad una cosa seria, visto che io con questo problema ci sto purtroppo avendo a che fare....e disfare.
Invece no.
Lorena60
00venerdì 16 gennaio 2009 18:26
[SM=g1625221] [SM=g1625221]


ho capito tutto....strano vero?

Keko01
00venerdì 16 gennaio 2009 22:44
Re:
)Elettra(, 16/01/2009 16.05:

Ah Keko, per un attimo ho pensato ad una cosa seria, visto che io con questo problema ci sto purtroppo avendo a che fare....e disfare.
Invece no.



Certo è un problema..... pensa però che d'invidio!!! [SM=g1760758]


Keko01
00venerdì 16 gennaio 2009 22:47
Re:
Lorena60, 16/01/2009 18.26:

[SM=g1625221] [SM=g1625221]


ho capito tutto....strano vero?





Forse hai qualche veneto tra i parenti lontani... Oppure hai studiato le lingue e noi non siamo al corrente!!!! [SM=g1625221]

)Elettra(
00sabato 17 gennaio 2009 15:56
Keko, anche se il tuo post era scherzoso, allego qui il testo di una mail che mi e' arrivata pochi giorni fa. E' la lettera di un'insegnante elementare che dovra' diventare "unica".



Passo spesso per un’ ottimista ai limiti dell’ottusità, questa volta non è così.

Complici malattia e vacanze a sprazzi ero riuscita a tenermi un po’ fuori dall’assillo dell’ orribile Controriforma Gelmini-Tremonti_Brunetta_Aprea_Cota e dagli scenari che si aprono per il nuovo anno per godermi Natale, famiglia e amici.

Sono rientrata molto sfiduciata, sento che ho consumato quasi tutte le energie di cui sono capace per contrastarla, per cercare forme di opposizione ma devo ammettere che sono stanca.

Stanca di vedere quello che i più non vedono o fingono di non vedere: la distruzione della scuola pubblica.

Questo anno giungo alla fine di un ciclo con due classi in cui insegno italiano, inglese e arte, un ciclo bellissimo, vorrei dare ai miei alunni tutto quello che ho lasciato in sospeso in questi anni, rimandato, loro mi hanno dato molto, così come i loro genitori. E’ stata un’esperienza che mi ha stimolata a fare sempre meglio, ad allungare lo sguardo . Ho condiviso questa bella esperienza con una collega con cui lavoro da 10 anni, ma anche con altri due maestri che si sono alternati per l’area antropologica, con tutti loro ho condiviso e condivido aspettative e impegno, differenti abbiamo sempre cercato e trovato forme per scambiarci sapere e le migliori modalità possibili per fare al meglio il nostro lavoro. Il tempo ci è sempre parso poco per confrontarci e allora via alle telefonate chilometriche.
Sappiamo tutte che il tempo fino a giugno volerà, non potremo dare quello che abbiamo in mente, ma useremo il tempo come risorsa come bene da non sprecare e nello stesso tempo da non forzare per concederci pause relazionali. Per arrivare a fine anno sapendo che non tutto quello che avevamo in mente saremo riuscite a passare ma molto avremo dato e ricevuto per quello che potevamo: senza rimpianti per i bambini e le bambine che sono cresciuti e devono andare oltre com’è nella natura delle cose ma anche con la consapevolezza di essere stati una parte importante della loro crescita.

Un altro ciclo ci aspetta e personalmente già mi sorprendo a pensare ai libri per i più piccoli, a cercarli nella mia biblioteca personale, a pensare a come vorrei organizzare lo spazio aula, l’angolo lettura, quello laboratorio per i materiali. Non si è mai imparato abbastanza.
Sono pronta per un nuovo inizio. Poi penso Da sola?, con una classe sola? Io che amo la diversità e ho sempre avuto classi numerose perché offrono più possibilità, che ho amato subito il modulo perché mi offriva nella stessa giornata la possibilità di sperimentare alcuni passaggi in maniera molto spesso del tutto differente. Quasi sempre da una classe all’altra scoprivo come proporre meglio alcuni passaggi di grammatica, riflessioni su un testo, come rendere al meglio l’efficacia di un brano. In tanti anni mai sono riuscita a fare lezione allo stesso modo nelle due classi parallele a me affidate.
Da sola? Tutte o quasi le discipline? Senza compresenza e senza confronti?
Chi mi aiuterà a sciogliere i dubbi, ad entusiasmarmi per un progetto? A guardare con occhi nuovi ciò che mi sembra già saputo? A rivedere i miei giudizi nel valutare un alunno?

Queste domande mi fanno affrontare l’inizio del 2009 con grande preoccupazione e sgomento. A volte mi pare un vero incubo la distruzione sistematica della scuola pubblica che si sta operando.
Internet mi ha finora aiutato a comprendere meglio quello che accadeva altrove e a volte mi ha sollecitata a pensare che contrastare si poteva, per mesi ho cercato di dare il mio contributo per tessere sul nostro territorio una rete di consapevolezza che aiutasse a divulgare conoscenze e contrastasse le menzogne del governo sulla scuola, ho tenuto contatti a volte produttivi e a volte deludenti ma ora sento la stanchezza.

Non ho voglia di stare sempre sul campo di battaglia, ho voglia di stare con i miei alunni, di occuparmi della vita, di non sprecare le mie energie, mi sento lacerata tra due necessità: non c’è un altro tempo per cercare di cambiare le scelte sul bene pubblico che è la nostra povera scuola, non c’è un altro tempo per dare ai miei alunni il meglio che so.
La voglia di mollare e starmene un po’ tranquilla a “fare” la maestra è tanta.

Oggi ho portato ai miei alunni il testo di De Andrè “Le nuvole” è stata una splendida discussione, poesia pura come a volte può accadere, sono tornata a casa contenta, ma domani c’è l’interclasse e non posso non preparare un documento contro l’assurda valutazione in decimi.
Credo che ancora una volta cercherò di tenermi in bilico tra due necessità, ancora una volta non potrò sceglierne una ed escludere l’altra, mi consola che non sarò la sola a farlo, chissà quanti maestri e soprattutto mastre staranno esercitando equilibrismi impensati in questo momento.
Facciamoci coraggio. Buon anno a tutti!!!!!!!!!!!

Foggia, 11 gennaio 2009 Donata Glori
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