Ho visto qusto film particolare, tratto dal libro di Lisa See "Fiore di neve e il ventaglio segreto" e mi sono trovata immersa in una realtà che non conoscevo, la sorellanza sacra definita anche "laotong" nella Cina del XIX secolo, quando mogli e figlie avevano i piedi bendati e vivevano in uno stato di isolamento quasi totale, le donne di una remota contea dell'Hunan ricorrevano a un codice segreto per comunicare tra loro: il "nu shu", "la scrittura delle donne" sui ventagli, che consentiva loro di trovare conforto e sopravvivere in mondo terribilmente maschilista che trovava il fulcro nella fasciatura dei piedi delle bambine tra i tre ed i 6 anni, si fasciavano i piedi strettissimi in modo che si rompessero le ossa (immaginate che atroci dolori), impedendo al piede di crescere (trovate babbucce di 7 cm.) ed ottenere secondo i canoni un piedino perfetto e di conseguenza un buon partito di marito. Un'atrocità inenarrabile.
La storia si svolge parallela nella Shangai moderna ed antica nel coinvolgimento di due amiche. Nina e Sophia e Giglio Bianco e Fiore di Neve.
Ecco la trama completa :
In una povera casa nella provincia dello Hunan, nella Cina dell'Ottocento, i piedi di Giglio Bianco vengono chiusi dentro bende strette. La bambina vorrebbe sottrarsi a quell'uso crudele, ma la madre non l'ascolta. Per essere belle, le dice dura, occorre soffrire. Di questo è certa anche una grassa sensale di matrimoni, anni dopo: i piedini minuscoli di Giglio Bianco si meritano un marito ricco. Così inizia la metà antica, la più intensa, di "Il ventaglio segreto" (Snow Flower and the Secret Fan, Usa e Cina, 2011, 105'). Nell'altra metà, ambientata nella Shanghai di oggi, tutto sembra mutato, anche (forse) la condizione delle donne. Tratto da un racconto di Lisa See, il film di Wayne Wang e degli sceneggiatori Angela Workman, Ronald Bass e Michael Ray racconta la storia di Nina (Bingbing Li) e Sophia (Gianna Jun), e in parallelo quella speculare di Giglio Bianco e Fiore di Neve (ancora Li e Jun), protagoniste di un romanzo non terminato di Sophia. Ora però, a causa di un incidente, Sophia è in coma, assistita da Nina, che pure sarebbe dovuta partire per New York in vista d'un matrimonio e d'una carriera promettente. Le due non si frequentano da tempo, e a Nina la lettura di quel romanzo rivela sentimenti inaspettati dell'amica.
Al centro di "Il ventaglio segreto", e a fondamento di un confronto non banale fra la Cina della tradizione e quella d'una modernità impetuosa, sta il "nu shu", la lingua creata dalle donne dei distretti di Jangyong e Yongming, nello Hunan (nel 2004, a 95 anni, è morta Yang Huanyi, l'ultima persona che la parlasse). La usano fra loro Giglio Bianco e Fiore di Neve, legate dai riti del "laotong", patto d'amicizia tradizionale che è stato la sola dimensione di libertà di molte cinesi.
Scritte nelle pieghe di un ventaglio, le parole in quella lingua tutta femminile sono il conforto delle due, prigioniere e serve dei loro mariti. Le vite dell'una e dell'altra s'allontanano, ma il legame del laotong non svanisce. In parallelo, nella metà ambientata a Shanghai, anche nelle vite di Nina e Sophia l'amicizia vince lontananza e incomprensioni. Quanto ai loro uomini, restano per lo più sullo sfondo, quasi che l'universo maschile e quello femminile fossero ancora divisi, come secoli fa. A una tale continuità negativa, Wang ne aggiunge però un'altra, di segno opposto. Nella Shanghai occidentalizzata che parla inglese, la sua macchina da presa ritrova luoghi e suoni che sono gli stessi di Giglio Bianco e Fiore di Neve, e della loro lingua segreta.
Benedetti coloro che non hanno nulla da dire e che non si lasciano convincere a dirlo.
[Anonimo]